Chiesa di Santa Maria dell' Itria

Ultima modifica 12 marzo 2018

Sorta con molta probabilità nel sec. XIV, al centro dell'antico quartiere ebraico di "Cartellone", la chiesa apparteneva all'Ordine dei Cavalieri di Malta e precisamente alla Commenda di Modica-Randazzo, fondata dai conti di Modica della famiglia Chiaramonte, come indica la presenza delle caratteristiche croci ottagone nel portone d'ingresso, nella cantoria dell'organo e nell'altare maggiore. 
Era dedicata al Santo Vescovo Giuliano l'Ospedaliere, poichè aveva annesso un "hospitium" per l'accoglienza dei viandanti e degli ammalati. Tuttavia, poichè vi si venerava una immagine della Madonna dell'Itria (dal greco Odygitria che significa colei che indica il cammino), la cui devozione è molto diffusa in Sicilia, ben presto la chiesa fu ad essa intitolata. 
Poco o nulla danneggiata dal terremoto del 1693, nella prima metà del XVIII secolo, l'antica chiesa fu ampliata e ricostruita in stile barocco diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere. La facciata, completata nel 1740, ha una impostazione al quanto classicista ed accademica. Nel primo ordine si aprono tre portali caratterizzati da cornici aggettanti e decorazioni in pietra calcarea intagliata a motivi floreali e a festoni. A fianco si innalza la torre campanaria coronata da una balaustra a pilastrini e sormontata dal tamburo ottagonale che termina con una cupoletta costolata. 
Le pareti del tamburo ospitano otto riquadri in terracotta policroma datati 1754, con la raffigurazione di grandi vasi di fiori di gusto rococò. L'interno, a pianta basilicale, è diviso in tre navate da due file di colonne in pietra calcarea con capitelli corinzii, che reggono otto archi a tutto sesto: sull'arco trionfale del presbiterio la data 1739 indica la conclusione dei lavori. 
Particolarmente interessanti sono i cinque altari delle navate laterali ricchi di sculture ed intagli, realizzati tra il 1741 e il 1758 dagli scultori ragusani della famiglia Cultraro. 
Quelli di San Giuliano e del Crocifisso, che sono i più antichi, si caratterizzano per un'esuberante decorazione scultorea con ghirlande di fiori e frutti che arricchiscono anche le belle colonne tortili mentre quelli dedicati a San Biagio e alla Sacra Famiglia risalenti al 1758, si distinguono per uno stile molto più raffinato ed originale, di ispirazione rococò. 
Di dimensioni maggiori ma di impostazione più accademica risulta l'altare del presbiterio, il cui modello venne fornito agli scultori dal rettore della chiesa, il rev. Don Francesco Donzelli nel 1743 e in cui si trova inserita una grande tela raffigurante la Madonna dell'Idria. 
All'inizio della navata destra si apre la cappella dell'Addolorata realizzata nel secolo XIX sull'area in cui sorgeva l'antica chiesa, di cui restano alcune cornici intagliate che ornano la porta d'ingresso ed un pilastro esagonale murato nella parete dell'adiacente sacrestia. 
Sul pavimento della chiesa si trovano tre lastre tombali in pietra pece che indicano rispettivamente le sepolture del popolo, del clero e della famiglia Cosentini, che aveva lo jus patronato sull'altare del Crocifisso.

 


I testi e le immagini sono state estratte dal libro: "I Monumenti del Tardo Barocco di Ragusa" 
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Le foto sono di Francesco e Stefano Blancato, i testi di Giuseppe Antoci I diritti di autore sulle immagini e sui testi sono di esclusiva proprietà della - NONSOLOGRAFICA srl - 
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