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Chiesa di San Giovanni Battista

Ultima modifica 12 marzo 2018

Dedicata a San Giovanni Battista, la chiesa, prima del terremoto del 1693, sorgeva nella parte ovest dell'antico abitato di Ragusa sotto le mura del castello medievale, dove oggi si trova la chiesetta di S.Agnese, edificata sulle sue rovine verso la fine del XVIII secolo. Gravemente danneggiata dal sisma, a seguito delle complesse vicende della ricostruzione, venne riedificata al centro del nuovo abitato di Ragusa che cominciava a sorgere nella contrada "del Patro" . In questo sito, il 15 Aprile del 1694 venne posta la prima pietra della nuova chiesa che dopo appena quattro mesi era completa e il 16 Agosto dello stesso anno poteva essere aperta al culto, con una solenne cerimonia cui presenziarono il Procuratore generale del Conte di Modica, don Antonio Romeo y Anderas, tutti i maggiorenti della città e dall'amministrazione della Contea. Il breve tempo occorso per la costruzione indica che doveva trattarsi di una chiesa di piccole dimensioni, che infatti risultò ben presto inadeguata alle esigenze del nuovo quartiere della città che conosceva una continua espansione. Trascorsi alcuni anni, nel 1718, si diede inizio alla costruzione nello stesso sito, di una nuova chiesa, molto più grande ed adeguata alle prospettive di ampliamento urbano verso l'altopiano dell'abitato di Ragusa. Ricerche d'archivio hanno indicato la presenza nel cantiere del nuovo tempio, di due "capimastri" provenienti da Acireale, Giuseppe Recupero e Giovanni Arcidiacono, che potrebbero aver svolto anche un ruolo progettuale. La loro presenza è, infatti, documentata, anche in importanti cantieri di quella città mentre alcuni particolari architettonici dei prospetti della chiesa di S. Giovanni sono tipici dei monumenti barocchi dell'area Acese e Catanese, come le caratteristiche paraste bugnate, che si trovano tra l'altro prospetto della Casa Giuratoria di Acireale o il monumentale portale maggiore che presenta notevoli analogie con il portale marmoreo della cattedrale di Acireale. 
La maestosa facciata, ricca di intagli e sculture, è divisa in cinque partiti da grandi colonne, su alti basamenti, e da caratteristiche lesene bugnate che si ripetono anche nei lati della costruzione. Davanti si apre un ampio sagrato, sopraelevato rispetto alla piazza sottostante e cinto da una balaustra in pietra pece costruita nel 1745. Nel partito centrale si trova il portale d'ingresso, affiancato da due coppie di colonne riccamente scolpite, che reggono un timpano spezzato; ai lati le statue di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista e, al centro, in una edicola, la statua dell'Immacolata. 
La presenza di questa statua ha fatto pensare, erroneamente, che la chiesa sia sorta su una preesistente chiesa rurale dedicata alla Vergine, in realtà la presenza della statua è legata soltanto ad un atto di devozione alla Madonna. 
Nel secondo ordine; più modesto rispetto al primo, risaltano due grandi orologi solari che portano la data del 1751: quello a sinistra misura il tempo in "ore italiche" (dal tramonto al Tramonto) mentre quello a destra lo misura in "ore francesi" (da mezzanotte a mezzanotte). 
Sul lato sinistro del prospetto svetta il campanile che si innalza per un'altezza di circa 50 metri; dell'altro campanile, che doveva essere costruito sul lato destro, fu realizzata soltanto la base nel 1820. L'interno, a croce latina, con presbiterio absidato, è in pietra pece, oggi intonacate, con capitelli riccamente scolpiti dal capomastro Carmelo Cultraro nel 1731 e successivamente indorati. Sopra le colonne si trovano grandi cartigli con i versetti della S. Scrittura che si riferiscono a Giovanni il Battista, scolpiti nella pietra calcarea da Crispino Corallo nel 1741, a cui successivamente vennero aggiunti gli angeli in stucco. Tra il 1776 e il 1777 i fratelli palermitani Giuseppe e Gioacchino Gianforma decorarono con pregevoli stucchi dorati di gusto rococò le volte delle navate e del presbiterio e, nelle pareti dei transetti realizzarono delle grandi nicchie circondate da statue. 
A sinistra le virtù teologali Fede Speranza e Carità, fanno da cornice alla Crocifissione mentre a destra le statue dell'Eterno Padre adorato dagli angeli circondano una tela raffigurante l'Adorazione dei Pastori, di scuola napoletana della metà del XVIII secolo. 
Terminate le decorazioni interne. Il 30 maggio del 1778, con una cerimonia durata due giorni, presieduta dal vescovo di Siracusa, Mons. Giovanni Battista Alagona e Giustiniani, la chiesa venne solennemente consacrata. All'incrocio del transetto con la navata centrale, nel 1783, venne innalzata la cupola che, nei primi anni del secolo XX, fu rivestita con una copertura di lastre di rame, per eliminare le nocive infiltrazioni di acqua piovana che ne stavano compromettendo la struttura. Nella prima metà del secolo XIX gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita ed indorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, furono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi. 
Sempre nel secolo XIX e precisamente nel 1848, venne realizzata la caratteristica pavimentazione costituita da lastre di pietra pece con intarsi in calcare bianco, mentre nel 1858, fu costruito il grande organo "Serassi", con la sua monumentale cantoria in legno scolpito e dorato, oggi posta sopra la porta maggiore. Il 6 Maggio del 1950, con la istituzione della Diocesi di Ragusa la chiesa è diventata Cattedrale, sede della cattedra del Vescovo e madre di tutte le chiese della Diocesi.

   


I testi e le immagini sono state estratte dal libro: "I Monumenti del Tardo Barocco di Ragusa" 
per gentile concessione della T.N.G. srl - NONSOLOGRAFICA. 
Le foto sono di Francesco e Stefano Blancato, i testi di Giuseppe Antoci I diritti di autore sulle immagini e sui testi sono di esclusiva proprietà della - NONSOLOGRAFICA srl - 
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