Ipogei e Catacombe a Ragusa
Ultima modifica 24 febbraio 2022
Riutilizzati nel tempo come stalle o abitazioni, queste affascinanti escavazioni nella roccia calcarea offrono interessanti scorci di epoche del passato. Direttamente connessi agli ipogei maltesi e ad altri simili fenomeni del Mediterraneo, gli ipogei del nostro territorio presentano sofisticate strutture architettoniche che li caratterizzano, come baldacchini centrali, lunghi corridoi, arcosoli, fosse, archi ribassati, rozzi capitelli e persino catacombe.
1. GROTTA DELLE TRABACCHE (Coordinate Maps Google: 36.911013, 14.647140)
Il termine “trabacca” in siciliano significa “letto ornato da cortine”, arredo al quale rassomigliano i due sarcofagi monolitici che stanno nella parte centrale dell’antro, con funzione anche di sostegno della volta. Il sito, insieme ad altre tombe della zona, rappresenta una delle poche testimonianze rimaste della dominazione bizantina.
La catacomba delle Trabacche fu già segnalata alla fine del diciottesimo secolo dal viaggiatore Jean Houel come raccontato nel suo “Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari” – Paris 1787, volume IV -. Lasciata Modica, Houel si porta a Ragusa e visita dapprima la Valle dei Cento Pozzi poi, in prossimità della città, la grotta che “contiene due superbe tombe lunghe undici piede e larghe otto” di cui fornisce una tavola in cui mostra una veduta prospettica dell’insieme ponendo delle figure per offrire al lettore il riferimento dimensionale.
2. CISTERNAZZI (Coordinate Maps Google: 36.902659, 14.691145)
Uno straordinario esempio di ipogeo tardo antico dell’altopiano ibleo (tra il IV e il V sec. d.C.). Un piacevole e breve percorso che attraversa la ferrovia conduce a una depressione inattesa nella quale si intravedono le prime tombe. Scendendo per una scaletta e abituando lo sguardo alla semioscurità della camera ipogeica interna si riconosce la sagoma di un baldacchino, tomba polisoma ricavata, a risparmio, nella roccia che si staglia al centro dell'ambiente più interno, diviso dal resto da pilastri intagliati nella roccia. Le pareti sono occupate da tombe inquadrate entro arcosolii, mentre il piano di calpestio è ricco di fosse terragne. Alcune di queste, durante i recenti scavi dell'ultima campagna, hanno restituito parte dei corredi funerari ancora in corso di studio.
3. CATACOMBE DI CAVA CELONE (Coordinate Maps Google: 36.949660, 14.700845)
La catacomba più grande di Cava Celone costituisce un buon esempio di cimitero sotterraneo, sviluppato su tre gallerie principali disposte parallelamente. Queste si dipartono da una sala più ampia e prossima all’ingresso, che al centro ospitava un baldacchino oggi scomparso.
Importanti scavi hanno messo in luce l’intero complesso con il rinvenimento di significativi reperti facenti parte dei vari corredi funerari, in particolare monete e ceramiche che daterebbero l’uso dell’ipogeo tra il IV e il V sec. d.C., quindi precedente all’arrivo dei bizantini. A seguito dei lavori di scavo, la Sovrintendenza di Ragusa ha installato una comoda passerella per poter visitare l’ipogeo.
Accanto a questo ne insistono altri due, altrettanto grandi. L'insieme costituisce un unicum nella città di Ragusa.
4. IPOGEO DI DONNAFUGATA (Coordinate Maps Google: 36.885464, 14.569061)
Raggiungibile a piedi, seguendo la segnaletica pedonale dal viale principale del Castello di Donnafugata, costeggiando il muro di cinta del parco. E' un ipogeo funerario comunitario articolato ai lati di uno stretto corridoio di circa 17 m con quattro arcosolii simmetricamente contrapposti. L’ambulacro centrale termina in un ulteriore modulo di quattro fosse disposte ortogonalmente al suo asse.
Fin dall’epoca più antica, la presenza umana sul territorio si è incentrata lungo il corso del fiume Irminio, naturale e rapida via di collegamento fra la costa e l’interno caratterizzata da un percorso meandriforme.
5. RIPARO SOTTOROCCIA DI FONTANA NUOVA (Coordinate Maps Google: 36.801779, 14.579121)
Pur non rientrando nel novero degli "ipogei", vale la pena inserirlo nella lista in quanto il più antico insediamento antropologico della zona. Sito a 145 metri slm lungo la sponda destra del fiume a nord-est di Marina di Ragusa, è databile al Paleolitico Superiore. Il Riparo, che ricalca la forma di una falce, è largo circa 17m, profondo 7,5m con un’altezza poco superiore a 1,5m. L’insediamento sembra collocarsi in piena età glaciale, circa 30.000 anni fa, caratterizzata da temperature più rigide con ghiacciai perenni scesi fino a quota 1.000 m e l’abbassamento del livello del mare con conseguente saldatura delle nostre coste all’arcipelago maltese. Durante lo scavo venne individuato uno strato scuro, con tracce di carboni e industria litica associata a resti umani e animali. Fontana Nuova sembrerebbe essere quindi un riparo temporaneo con carcasse animali usate per scopi alimentari, come prova il trattamento usato sulle ossa, che presentano anche tracce di bruciato. E’ tra gli insediamenti antropologici più antichi d’Europa.