Museo dell'Italia in Africa
Ultima modifica 31 maggio 2023
Museo Civico L'Italia in Africa 1885 - 1960
Una ricca collezione privata mostra i delicati anni che videro la partecipazione della nostra nazione in operazioni coloniali e di conquista.
Il Museo è costituito di 4 sale, ciascuna dedicata a una delle nostre colonie:
1) Sala ERITREA
2) Sala-corridoio SOMALIA
3) Sala LIBIA
4) Sala ETIOPIA
L’Italia cominciò a guardare all’Africa prima ancora di avere Roma capitale (1870). Infatti, il contratto per l’acquisto della baia di Assab, nel Mar Rosso, fatto da privati, è del 15 novembre 1869, lo stesso anno dell’apertura del Canale di Suez. Nel 1870, mentre l’Italia otteneva, finalmente, la sua vera capitale, le grandi potenze avevano quasi completato, con pochi sforzi e poca spesa, tutti i loro maggiori acquisti coloniali.
Bisognerà attendere il 19 gennaio 1885 perché una spedizione militare, per un totale complessivo di 805 uomini, al comando del colonnello Tancredi Saletta, parta dall’Italia per sbarcare ed occupare Massaua, nel Mar Rosso, il 5 febbraio 1885. E’ da questo momento che inizia la presenza ufficiale dell’Italia in Africa, che durerà fino al 30 giugno 1960, data della cessazione dell’A.F.I.S. (Amministrazione Fiduciaria Italiana in Somalia). Ad Assab e Massaua vennero aggiunti (sia comprati dai sultani locali, sia ottenuti con operazioni militari) altri territori che l’Italia unificò costituendo con essi la Colonia Eritrea.
A questo primo possedimento venne annessa, nel 1908, la Somalia, poi, nel 1911, la Libia e nel 1935 l’Etiopia, realizzando così l’Impero dell’Africa Italiana. Dopo il 1943, con la perdita della guerra, l’Italia perdette anche tutte le colonie.
Nel 1949, concluso ormai da tempo il secondo conflitto mondiale, le Nazioni Unite affidano all’Italia il mandato fiduciario di amministrazione della ex Somalia italiana col compito di prepararla all’indipendenza nel tempo di 10 anni (1950-1960).
INFO UTILI
Tel: 0932676309
Sede del Museo: Via S. Giuseppe, 1
e-mail: museo.italiainafrica@comune.ragusa.it
Biglietto d'ingresso: gratuito