Descrizione
UFFICIO STAMPA
Comunicato n.188
Intitolazione del museo archeologico all’archeologo Biagio Pace
Dichiarazione sindaco Peppe Cassì
“Il dato positivo è che se ne parla.
La decisione di intitolare il Museo Archeologico Ibleo (diverso dal nuovo “Museo della Città”, in via di apertura) all’archeologo Biagio Pace non è stata infatti condivisa dalla Regione con l’Amministrazione comunale, né comunicata preventivamente. Un evidente sgarbo istituzionale che però non deve interferire, a mio giudizio, con il merito della scelta.
Ben venga quindi il dibattito di questi giorni, all’interno del Consiglio comunale e fuori, che è indice di sensibilità ai valori dell’antifascismo, di una comunità che ha dimostrato di avere gli anticorpi della democrazia.
È un dibattito dal quale, come ho già più volte detto in Consiglio, non voglio esimermi.
Biagio Pace fu uno dei maggiori studiosi siciliani, un grande archeologo che ha segnato la sua epoca per meriti scientifici e accademici. Ancora oggi la sua opera “Arte e Civiltà della Sicilia antica”, dedicata in particolar modo agli Iblei, è riferimento per le nuove generazioni di archeologi.
Non è certamente una nota di merito l’appartenenza al partito fascista, ma ritengo opportuno fare una distinzione: se Biagio Pace fosse stato proposto per una qualsiasi intitolazione in nome del suo impegno politico, tutti avremmo avuto qualcosa da ridire.
Se Biagio Pace viene accostato al Museo Archeologico per i suoi enormi ed indiscutibili meriti scientifici, il discorso cambia radicalmente.
A molti altri suoi illustri contemporanei, aderenti anch’essi al partito fascista come era d’uso a quei tempi, hanno intitolato scuole e teatri in ragione di meriti culturali e non certo per l’appartenenza politica.
Ben diverso il discorso sulla statua di Pennavaria, della cui installazione ciclicamente si dibatte e che oggi viene messa a paragone con l’intitolazione del Museo. La statua, infatti, celebrerebbe il politico che fu sì protagonista indiscusso dello sviluppo di Ragusa, ma proprio in virtù del suo ruolo politico di primo piano nella gerarchia fascista.
Per Pennavaria si celebrerebbe il politico, mentre nel caso di Pace si celebra lo scienziato.
A mio modo di vedere per imparare davvero dalla storia occorre porsi delle domande, comprendere le epoche e fare le necessarie distinzioni, altrimenti si rischia di cadere in polemiche anacronistiche fini a sé stesse.
Il più grande valore dell’antifascismo fu quello di ricompattare attorno ai suoi valori un Paese stremato, mentre a me pare che oggi ogni occasione sia buona per dividerci.
Concentriamo piuttosto ogni sforzo affinché venga completato e possa finalmente aprire il Museo di Ibla, che oggi è la cosa più importante”.
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Ultimo aggiornamento: 10 aprile 2024, 13:33